L’importanza del mio lavoro

La decisione di dedicarmi alla libera professione in un ambito particolare qual è la “sicurezza sul lavoro e prevenzione infortuni” è scaturita, 11 anni or sono, da due considerazioni: la prima di ordine pratico, avendo esperienza pregressa (preposto alla gestione della sicurezza nel settore industriale) non volevo perdere le competenze e capacità acquisite; la seconda di carattere economico ovvero la rapidità di poter monetizzare le mie competenze pregresse in sostituzione dello stipendio da dipendente.

Senza che me ne rendessi conto, nel giro di poco tempo, cambiò la considerazione che avevo nei confronti del mio  nuovo lavoro giacché mi resi conto che il mio impegno era si destinato ad aiutare le imprese a muoversi nel ginepraio di leggi (il testo unico della sicurezza ancora non era stato emanato) per adempiere agli obblighi previsti, ma contestualmente premetteva di elevare il livello di sicurezza in cui operavano i lavoratori.

Questa considerazione di tipo sociale la considero basilare in quanto mi porta a presentare il mio lavoro non come un “costo” bensì come investimento per l’impresa in quanto è dimostrabile che operare/spendere in materia di sicurezza sul lavoro determina una ricaduta positiva sui conti aziendali attraverso: riduzione dei premi versati all’INAIL; ottimizzazione dei processi produttivi; maggiore partecipazione dei dipendenti e quindi una maggiore resa produttiva.

Di sicuro posso affermare che il mio lavoro è principalmente orientato ad evitare che si manifesti un problema secondo il vecchio proverbio “prevenire è meglio che curare”

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